non hanno bifogno per hàuigare,che fei in fette pimi d’acqua : & alle mezze Barche (che Sciarmotte chiamano) badano quattro in cinque palmi d’acqua. Dì mo* do, che conficterando, che il Tenere non ha mai tanto pouero d acque, che non por
ti quattro in cinque palmi dal rezza (dico doppo che Tacque faranno regolate) farà bacile il raccogliere, che grandezza in circa di Barche egli potrà portare. Biiogna però auuerare, ch*ilfondo delle Barche» cheli fabricaranno per quella nauigatio* ne ha totalmente piano per due ragioni:: vna perche le Barche di quella forte hanno ferapre bifogno di menoaltezza d acque delTalcre. L altra perche palfano meglio fopra li Ponti à curii, che hauemo propofH per facilitare la nauigatione.
Hor che habbiamo difcorfo de gTimpedimentr per redimire à Roma la nauigatione del fuo Tenere, refia in oltre à parlare della fpefa. E benché di quella per
hora nonh può dare vn conto certo, non fola perche Toperationi, che fi hanno da fare fono cosi varie, e di così diuerle hrutture» grandezze? e lunghezze j mà anche perche douendofabricarefopra vn. fiume,& in, vicinanzadeUacquej quali non cosi facilmente acconfèntono , che fi polfafarjvn calcolo giudo, poiché riefeono più volte incerte le mifure, che fi prendono.. Nondimeno, penfo ciT ognvno potrà facilmente riflettere, che la fpeia non può mai eder tanto grande aetefo che confl
uendo li quattro rimedi) propodi in rare alcune Padònate, in fabricar alquanti Ponti, detauoloni, in leuar daìl’acque lìladì, &in cauar dal letto del fiume le Palizzate*
delli Molini, parmi adai fòcile à comprendere, che quefi operationi non pollano effer didifpendio così confiderabile* che haiie il e ro d àfrafto r na re yn imprefacosì glo
riola , e profitteuole al publico. Per meglio venire in, cognitione della fpefa farà auuertimento gioueuole, quando fi rifoluelfe di dar mano à quelFimprela. difpedire prima TIngegniero à riuedere quella parte, che fi vorrebbe fare riaggiudarc,
acciòche egli dabilifca le fue mifure in modo, che dà quelle fi poda fapere la giulja fpefa dà farli.
Potrebbe forfè nafeere qualche difficultà neda mente d alcuni, perche que doperà tante volte propoda mai Piallata effeguita. Per fodisfare à cofioro bada-» che confiderino, che Roma tant’in quella, quant’irt altre opere publiche incontrò Tempre lingue, che le folleuarono alle Stelle, e chele deprederò ne gli ab
bili! j e che non mancano di quei raìi , che godono in vedere abbandonata ogni* bell’operaPer meglio intendere la verità di quello facto diremo eder noto, che* molti eruditamente hanno fcritto di quella nauigatione : e pure moiri: hanno fatta oppofitione alle loro dottee Lottili ragioni. Liprimi, come zelanti della publica_* vtilità fi sforzano con ragioni efficacidime di mouere gli animi à quell’imprefa :
e gli altri con calcolidi ipefe ecceffìue più di quello* con uiene la deprimano 5. mà niuno però di quelli negala polfibilità dell’opera., E quindi è, come ben dide* TOracoìo della verità , quod Deus, tradiditmandar» hominum difyutationiìus, che quella,
bellopera non folamente è rimafia-inuiluppaca fra le difpute incedano deglihuomini, màanco che in tanto quella muitiplicità de pareri così diuerfi, e contrari)
T vno all’altro Iiabbia fofpefa la rifolutione d*intraprenderla. Può elTer ancora-,, che quell’opera non fia mandata aUedecutione, perche di molti?che hannofcricto di quella nauigatione niuno (che fappia Io) habbia portato la prattica delli rimedi] mà folo fi Piano Contentati di farli intendere con vn difcorfo erudito,
theorico in forma di configlio ;il quale benché habbia luogo di, mouere , e di perfuadere non redano però gli animi iempre appagati. Poiché TinteUe tto non giunge
taluolta doue arriuano con 1 aiuto delle Matematiche difcipline le demofirationi della mente : imperoche douendofi appoggiare T euidenza di quelle materie più alla prattica* che alla tlieorica, ò configlio, il quale non hà per fine che d’elfer ìntefo, e Tvdito non opera altro , che à far la brada alTintelletto r fi può crede
re perciò, che quedo mezzo folo non fia fiato fufficiente, mà che bilognaua effer accompagnato colle demofirationi matematiche », che trà le cofe naturali fono
in primo ordine certitudinis per fodisfare anche adocchio ,* perche come vuole Arifiorile vìjus eft maxmus fenfus 0*plus g editar oculisì quatti auriHas.
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